Nel 1478 viene fondato, dai Francescani Minori Osservanti, il Convento di S. Maria del Gesù.
Nacque per volere del Commissario per la Basilicata, padre Bonifacio da Mascufo, in virtù della bolla Ex suprema dispotitione, emanata dal Papa Sisto IV il 20-11-1473.
Poiché la Basilicata non aveva una provincia francescana era intenzione del frate Bonifacio erigere una provincia autonoma di Basilicata. Alla fine del '500 i frati che vivono nel Convento sono circa venti. La Chiesa dedicata a S. Antonio, adiacente il lato destro del Convento, venne edificata negli anni 1542-1546.
L'impianto originario venne ampliato mediante l'aggiunta di una navatella a fianco della navata principale ed entrambe le navate furono coperte da volte a botte unghiate.Nel 1646 la Chiesa attigua al Convento, ormai diroccata, venne ricostruita, in un momento di ripresa dell'Ordine francescano; il '700 è forse il periodo di maggiore floridezza a giudicare dagli arredi sacri rinvenuti nei vari conventi.
All'inizio del 1800 ci si avvia verso la soppressione dell'Ordine che diventa determinante con l'Occupazione francese (1805-1815) del Regno di Napoli e con il ritorno dei Borboni.
Il convento non ospita più i monaci e rimane in disuso per un certo periodo, per poi ad avere nuove destinazioni: sarà prima residenza della Guardia Nazionale Borbonica e poi ospiterà il Convitto del Ginnasio.
Il 1884 vede Giovanni Pascoli come commissario d'esame presso il Ginnasio che ha sede nel Convento.
Si trova appena fuori dal centro storico del paese perché, mentre i benedettini costruivano i loro Conventi di preferenza sui monti e i cistercensi nei fondovalle, gli Ordini mendicanti si insediano, dal XIII sec. in poi, all'interno o nei pressi delle città, considerando la propria missione legata più alla cura delle anime che alla contemplazione.
Articolato intorno ad un chiostro quadrangolare, ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli, dovute soprattutto alle diverse destinazioni d'uso.
Nel 1873 il Convento fu adibito a Convitto Municipale, intitolato a Silvio Pellico, che, al dire del Caputi[1], ospitò sia la scuola tecnica che la scuola ginnasiale fino al 1895, anno in cui sia il Convitto che le scuole furono chiuse.
Agli inizi del 1900, fu sede dei Regi Carabinieri. Oggi ospita il Centro ENI ed al piano inferiore il Museo delle tradizioni locali.
[1] F. P. Caputi, op. cit., cap. IV